Questione di esoneri

Il calcio è  il gioco più bello ed imprevedibile del mondo. Può portarti alle stelle ma anche farti relegare nelle stalle. Non ci sono regole certe e tutto è  sempre legato ai risultati.  Se a criticare e prendere posizioni contro un tecnico sono i tifosi, tutto lecito, loro pagano e possono (s)parlare. Ma pagano ( e tanto) anche i presidenti, che esonerano i propri allenatori senza esitare. In passato tanti allenatori hanno pagato di persona i limiti delle proprie squadre,  Trapattoni venne esonerato a Cagliari dopo un inizio di campionato drammatico, Cellino non si fece pregare. E tanti altri esoneri si sono verificati fino ai tempi nostri, il più clamoroso fu quello di Carlo Ancelotti al Napoli di Aurelio De Laurentiis. Tra qualche giorno il tecnico di Reggiolo giocherà l’ennesima finale di Champions League, così per dire…

Anche questo campionato ,ancora in corso, non è  stato di meno nel partorire altri due esoneri celebri, José  Mourinho a Roma e Massimiliano Allegri a Torino.  Se dovessimo fare la somma dei titoli  vinti da queste tre persone forse ci verrebbe il mal di testa. Mourinho aveva spremuto i suoi calciatori per due anni, fatto salvo per quelli transitati velocemente a Trigoria. I senatori ed il resto della rosa hanno avuto un inizio di campionato complicato con tanti punti persi, punti che al momento sarebbero stati determinanti per la qualificazione in Champions,  invece la squadra si trova al momento sub judice, dovendo sperare di arrivare sesta in contemporanea ad una vittoria dell’Atalanta in Uefa League contro il Bayer Leverkusen. Troppe condizioni che si dovrebbero verificare e i pianeti per la Roma raramente si sono allineati in passato, vedremo. Forse Mourinho non avrebbe dovuto iniziare questa terza stagione , magari salutare a giugno.

Allegri. Nove anni alla Juventus sono tanti e tanto ha vinto. Tre anni fa ha accettato di tornare,  dopo le macerie,  dopo le tensioni e separazioni nella famiglia più nota d’Italia. Il Covid, Cristiano Ronaldo, il caso doping di Pogba, questi alcuni inciampi nel suo percorso di ritorno.

Eppure, nonostante tutto, nonostante la separazione in casa, nonostante una rosa francamente scarsa come non mai per una compagine dal valore della Juventus, il livornese tutto pepe ed allergico a giacche, camice e cravatte,  ha portato a casa qualificazione in Champions (40 mln per iniziare) e una Coppa Italia.

La sua reazione l’altra sera è  solo frutto di rancore con il suo DS Giuntoli che da gennaio aveva eseguito gli ordini dei suoi superiori, dargli il benservito con un anno di anticipo.

Il resto lo sapete, ora tutti a schierarsi, chi con la società,  chi con il tecnico livornese, di sicuro non è  stato edificante e bello il tutto.

Sono e saranno sempre i risultati a decidere i destini dei tecnici, con la compartecipazione dei calciatori, anche loro hanno grosse responsabilità in merito.

È  dura essere allenatore di questi tempi.

Il naturale corso delle cose.

Non sarà una squadra perfetta , ancora non ruba l’occhio a vederla giocare, se non in qualche frangente, ma ha un buon sistema di gioco e sa metterlo in atto. Poco precisa sotto porta, non raccoglie tutto quello che crea ed ancora ad oggi getta punti a destra e a manca. Salernitana e Verona le sono costate 5 punti e speriamo non dovercene pentire a maggio. Ma nonostante queste sbavature la squadra continua a crescere ed ad acquisire giocatori importanti. Romelu Lukaku, ambìto dalle solite note, è stata una grande operazione della dirigenza romanista. Il nostro presidente non è imitabile ed i giocatori li va a prendere con il suo jet privato, pilotandolo personalmente. Questa proprietà americana ( la seconda) ha totalmente soverchiato il naturale ordine delle cose, e mentre prima i nostri migliori giocatori andavano via per approdare alla Juve o all’Inter e negli ultimi anni anche in Premier League ( Alisson e Salah), ora giocatori forti, Dybala,Matic,Lukaku e chissà quanti altri ancora, vengono alla Roma provenienti da squadre più forti e più ricche.

José Mourinho ci ha messo tanto del suo appeal per contribuire a questo, la proprietà ha fatto il resto.

Domani ci sarà il Milan a testare le nostre coronarie, forse questo match capita nel periodo peggiore della Roma ed in quello migliore dei rossoneri, ma il calcio è sempre pronto a smentire tutti .

Se servissero 20 minuti come si deve, Mourinho non esiterà a giocarsi la carta Romelu Lukaku che potrà aiutare i suoi nuovi compagni in questa che sembrerebbe un’impresa ardua.

Forza Roma.

Un’impresa da Dio

Ci siamo. Domani atto finale di questa stagione romanista caratterizzata da un percorso in campionato con pochi alti e tanti bassi, da comportamenti inspiegabili e perlomeno curiosi della classe arbitrale nei confronti della Roma, tali da dover ogni volta aggirare il regolamento vigente, e da un percorso impeccabile in Uefa League , percorso che ha consentito alla squadra di Mourinho di approdare alla finale alle spese di squadre incontrate che provenivano dai gironi di Champions e quindi più attrezzate di lei. É stata una vera impresa e non è escluso che la Roma possa bissare l’esito di Tirana in Conference.

Questa squadra ha fatto gruppo e bene, il suo leader indiscusso li ha plasmati, educati, svezzati ( Bove, Zalewski,Tahirovic etc etc) e gli ha soprattutto inculcato una mentalità vincente che non si vedeva da tempo a queste latitudini. Quello che sarà l’esito di domani non inciderà sulla crescita o meno del progetto, la Roma andrà avanti e speriamo Mourinho resti a vita.

I tifosi possono solo che essere fieri di questo , cosa che dimostrano ogni volta con le presenze sugli spalti.

Andiamo a prenderci questa coppa, ce la meritiamo davvero.

Forza Roma.

Humour giallorosso

A Trigoria difficilmente ci si annoia. Fatti e misfatti rendono l’ambiente del centro sportivo della Roma un posto dove poter ridere a crepapelle. Fa ridere e non poco la situazione che si è venuta a creare intorno a Nicolò Zaniolo, nostra luce e speranza fino a giugno, diventato improvvisamente un appestato in queste ore. Ci sarebbe da piangere , altro che ridere. Società, entourage del giocatore ed agenti esterni stanno rendendo ridicolo questo epilogo della carriera del ragazzo in questa città, perché se è vero che a Roma vieni idolatrato come da nessuna parte, ci vuole poi molto poco per essere indicato come il male di tutto. Appunto questo sta accadendo da queste parti, mi si racconta di un inseguimento la notte scorsa da parte di dei tifosi sulle righe al ragazzo , immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno rilevato poco o nulla di importante. Così non va, così non mi piace, così non è bello. Che si chiuda in fretta questa spiacevole situazione che non conviene a nessuno. Un consiglio umile al ragazzo, Nicoló vai in Premier, questa proprietà non la sfrugugliare oltremodo, rischi di restare a casa fino al 2024 , anche la tribuna credo ti sarà difficile da frequentare visto il momento.

La Roma ieri ha sfoderato una dignitosa prestazione, seppur con i tanti/troppi limiti tecnici e fisici del momento. Peccato, sarebbero bastati altri 10 min da squadra tosta per uscirne indenni. In questo caso potrebbe essere una sconfitta che insegnerà qualcosa a questa compagine ancora in costruzione. Non resta che voltare pagina ed onorare la Coppa Italia, per il campionato ci saranno altre 18 partite per poter centrare l’obiettivo non impossibile , seppur complicato.

Forza Roma.

Perdersi a Roma

Senza disturbare Houston qui a Roma abbiamo un problema, grande come un meteorite.

Il problema si chiama orientamento, quello che la Roma ha perso nel campo di gioco, specie nelle partite in casa che ormai rappresentano una sofferenza scontata.

É da inizio campionato che si sono evidenziati vari problemi, rosa inadeguata, gente demotivata che si sente appagata di una vittoria in Conference League, frizioni nello spogliatoio culminate con il caso Karsdorp di pochi giorni fa, caso che sembra andare verso un divorzio annunciato tra l’olandese e la compagine guidata da Mourinho. La proprietà ha dato carta bianca al suo tecnico che ha letteralmente “sputtanato” il suo giocatore pubblicamente, punirne uno per educarne altri venticinque il suo messaggio.

E chissà se funzionerà o se i giocatori giallorossi ripudieranno la fedeltà giurata al tecnico di Setubal.

Le attenuanti sono scarse per il rendimento più che discutibile della squadra fino ad oggi, basti pensare ai soli 2 punti conquistati nelle ultime tre gare per far scattare tutti gli allarmismi del caso.

Le assenze illustri di Dybala e Wijnaldum non sono state sufficienti come alibi , anzi, proprio grazie a queste forse abbiamo capito chi merita di restare e chi si dovrà trovare un’altra squadra.

La sosta per i mondiali in Qatar ci dirà tanto e ci indicherà ( speriamo) la retta via.

Questa squadra non riesce più a vincere, solo il suo pubblico è da tre punti, sia in casa che in trasferta.

Non riesco a scrivere altro dopo questo inizio sconcertante della squadra capitolina, non trovo risposte ma solo delusione e costernazione oltre ad un senso di impotenza.

Se continua così me trasferiró a Potenza*..li almeno non me conoscono.

Forza Roma.

*città natale di Maria Soave, conduttrice bella ed elegante del Tg1 rai.

Transizione autorevole

Il campionato della Roma è terminato venerdì sera a Torino con una convincente vittoria in casa dei granata, meno convincente è stato il percorso fino alla qualificazione (sudata) in Uefa League, infatti troppe le 11 sconfitte in questo torneo mediocre, vinto alla fine da un Milan che non ti aspetti alle spese di una Inter ancora più inaspettata per come lo ha invece perso.

Il discorso arbitrale non lo dimentico di certo, troppi errori ai danni dei giallorossi, e non mi venissero a dire che possono verificarsi , specie in epoca di VAR, la cosa non mi è piaciuta affatto. Alla Roma mancano alcuni punti per la sua classifica di per sè già deficitaria, non capisco quindi questo accanirsi dei direttori di gara in certe decisioni discutibili, ne cito una per tutte, il mancato vantaggio alla Roma nel goal fatto contro la juve a Torino, cambiando la decisione in calcio di rigore, esattamente al contrario di quello che dice la regola, questo è stato l’operato di Orsato di Schio, arbitro internazionale che rappresenterà l’Italia ai prossimi mondiali in Qatar.

Il rendimento dei ragazzi di Mourinho è stato altalenante, il vate di Setubal ha dovuto lavorare molto per trovare quella giusta quadra mostrata in gran parte del girone di ritorno, ottima la condizione fisica e buona quella psicologica. Questi li possiamo considerare ottimi risultati specie se li paragoniamo alle stagioni precedenti dove l’infermeria era sempre piena.

E’ sempre così, quando la squadra inizia a girare in tutti i suoi elementi i giochi sono ormai quasi fatti, Tirana sarà il giusto premio al lavoro del tecnico che in questa stagione è stato artefice del grande ritorno allo stadio dei tifosi, stagione indimenticabile come presenze sugli spalti in casa ed in trasferta, paragonabile forse solo alla Roma di Capello poi campione d’Italia. Che sia un buon auspicio per una prossima stagione convincente, più di questa, magari rinforzando la squadra nei ruoli giusti.

I Friedkin hanno acquisito un grande brand, ed ora sanno che valore possa avere la tradizione in questa città, i tifosi sono il vero capitale degli americani e loro sembra che lo abbiano capito veramente.

E che coppa sia…Forza Roma

Fuga per la vittoria

I tre punti di ieri sera sono stati, secondo Mourinho, il volere di Dio che ci teneva a non rovinargli la 1000ma panchina. Forse è anche così, forse abbiamo vinto anche per l’opera del VAR, magari ci fosse stato anche in partite del passato, forse per la grande voglia e tenacia dei ragazzi dopo aver preso lo schiaffo del pareggio dal Sassuolo, squadra migliore incontrata fino ad oggi. In ogni caso tutti sappiamo che l’artefice di questo cambio di rotta rispetto al passato è solo lui, José Mourinho. Ha portato una ventata di spavalderia e sana consapevolezza in un gruppo che, con partite come quella di ieri sera, in altri tempi sarebbe crollato. Così non è stato , il pubblico allo stadio è stato come il vento di Foehn, ha soffiato così forte che i ragazzi in campo non hanno sentito la fatica delle nazionali (Vińa in primis). Ci sono lacune tattiche e difetti da correggere, su questo siamo tutti d’accordo, ma poter lavorare con questo entusiasmo potrà solo che rendere le cose più umane anche ad un alieno come Mourinho.

Una menzione speciale a Rui Patricio che con le sue parate ha permesso di vincere la partita e soprattutto la diffidenza iniziale di alcuni tifosi.

Forza Roma

La vera signora delle camelie

Camelia Ceasar nasce a Bacâu ,nella regione storica della Moldavia in Romania il 13 dicembre 1997 e a soli 5 anni si trasferisce con la sua famiglia in Italia. Inizia la sua carriera nel 2008 con il Torino ma non come portiere ma come centravanti. Il caso volle che fu selezionata per giocare in porta in un allenamento e da quel giorno è rimasta tra i pali. Passa poi al Brescia dove affina le sue doti e matura quell’esperienza che gli servirà dopo poco tempo a giocare per il Milan, una sola stagione ma intensa e molto utile. Approda alla Roma nell’estate 2019 , conquista i tifosi, le compagne e la titolarità nella sua nazionale. Peccato per la lentezza della nostra burocrazia che gli impedisce di vestire la maglia azzurra. Ottimo senso di piazzamento tra i pali, brava nelle uscite e grande personalità nel guidare la difesa, credo proprio la Roma possa dormire sonni tranquilli con questo fior di portiere. Inutile dire che pur scadendo nel 2022 il suo contratto sarà sicuramente prolungato. Camelia ha trovato qui a Roma il suo ambiente ideale, caldo ed accogliente e tifosi ed addetti ai lavori si aspettano tanto da lei . Mi sono bastati poche immagini di gioco per capire il suo talento e le sue enormi potenzialità, ed è da questi atleti che si deve prendere spunto ed esempio, brava veramente. Una persona per lei molto speciale la osserva da lassù, il suo papà , il suo angelo custode. Sarà la sua una grande carriera, ne sono certo.

G.T.

Edin Dzeko

É un anno calcistico questo che difficilmente dimenticheremo. La nazionale italiana conquista il suo secondo titolo europeo , Lionel Messi termina la sua storia d’amore con il Barcellona e prende la strada che lo porterà a Parigi, Romelu Lukaku dopo aver preso per mano la sua Inter , portandola a conquistare senza fatica il tricolore, torna in Premier League al Chelsea, ma soprattutto Edin Dzeko che dopo 6 anni lascia la Roma . Stagione quindi memorabile. Stagione dei rimpianti ? Solo il campo ci darà il responso. In ogni caso una stagione del cuore per tutti i tifosi. Abbiamo spesso detto quanto sia cambiato il calcio , ma certi campioni, specie quando vanno via, riescono a farci star male, mantenendo viva anche con questa delusione che ci viene inferta quella passione che il calcio moderno ci sta togliendo. Le bandiere non esistono più, ci sono le aste. Dzeko non era una bandiera , specie vivendo all’ombra della bandiera più bandiera di tutti, Francesco Totti. Era l’ultimo giocatore di una formidabile compagine allestita dal suo vecchio DS Walter Sabatini. Ora è andato via, lasciando vedove tra i tifosi. Un giocatore del suo calibro resterà nella storia della Roma, tante presenze e tanti goal, forse il più forte attaccante visto da queste parti, dotato di tecnica e visione di gioco. Un carattere difficile che spesso gli ha limitato le prestazioni. Ora è a Milano, sponda Inter,erano tre anni che la Roma tentava di liberarsene , 7,5mln erano tanti e troppi per questa nuova Roma. Un saluto a lui che è stato parte di noi questo tempo, non lo dimenticheremo facilmente.

Ciao Edin , grazie.

“Non ci si può più affezionare a nessuno, bisogna chiudere tutte le porte del cuore”
Giulia Mizzoni

Forza Roma